
Lo sapevate che milioni di anni fa, nelle Valli Bergamasche, splendeva un caldo sole tropicale?
Tutto si può ricondurre a quando il mar Mediterraneo era assai più vasto di oggi, essendo direttamente collegato agli oceani Atlantico e Indiano. L’Italia non esisteva, mentre l’Europa e l’Africa erano più piccole di oggi essendo costituite solo dal loro nucleo centrale.
Questo stato delle cose si mantenne inalterato fino a 50 milioni di anni fa, quando iniziò il graduale scivolamento del continente africano verso quello europeo. Il corrugamento delle superfici terrestri portò alla nascita delle catene montuose dei Pirenei, delle Alpi e dei Balcani. Gli Appennini sorsero dalle acque dell’antico Mediterraneo milioni di anni dopo. Contemporaneamente questo scivolamento comportò anche la chiusura del Mediterraneo all’altezza dello Stretto di Gibilterra, e verso Siria e Turchia, trasformandosi così in un immenso lago salato.
Solo pochi milioni di anni fa, sempre a causa dell’avvicinamento dell’Africa all’Europa, si aprì una profonda fessura (Gibilterra), attraverso la quale le acque dell’Atlantico si riversarono nel Mediterraneo, riempiendolo e conferendogli nell’arco di alcune migliaia di anni, un aspetto simile a quello odierno.
L’ultimo assestamento importante risale a circa 20.000 anni fa quando lo sprofondamento del Bosforo mise in collegamento il nuovo Mediterraneo con il mar Nero, abbassandone la temperatura e la salinità.
Valli Bergamasche e la ricchezza di reperti storici
Riesce difficile immaginare quali siano state le condizioni della Terra prima della comparsa dell’uomo, specie in epoche tanto lontane nel tempo da essere quasi inconcepibili per la mente umana. Eppure, tracce di queste evoluzioni si sono rinvenute anche in Val Brembana e in modo particolare dal 1976 nel territorio di Zogno.
Si tratta del ritrovamento di numerosi pesci, rettili e vegetali fossili, ricondotti dagli esperti a circa 220 milioni di anni fa (Triassico Superiore). Questi ultimi dimostrano che in epoche tanto lontane in Valle Brembana, vi sia stato un mare non molto profondo, piuttosto caldo e salato, con coste frastagliate e lotti lussureggianti di vegetazione simili a quelli che si trovano presso le scogliere coralline negli attuali oceani Atlantico e Pacifico.
Nei milioni di anni successivi, i pesci e i rettili morti iniziarono a depositarsi sul fondo dell’antico Mediterraneo, producendo strati di depositi organici che nel corso dei millenni si pietrificarono grazie alle sostanze chimiche presenti nell’acqua.
Circa 50 milioni di anni fa, per le cause già descritte, l’innalzamento della catena Alpina, provocò il sollevamento degli strati di roccia sedimentaria, contenente i fossili.
Questo è il motivo per cui in tutte le Prealpi Orobiche, in particolare in tutta la Val Brembana (da Zogno ad altre piccole zone in Valle Brembilla e in Valle Imagna), si trovano facilmente fossili di conchiglie di svariatissimi tipi, lumachelle, gasteropodi di ogni dimensione, ricci di mare, piccoli coralli e altri invertebrati.
Abbastanza noti, molto belli e di grandi dimensioni (circa 80 cm) sono vari gasteropodi presenti nei monti che fiancheggiano i cosiddetti Piani di Scalvino poco a valle del paese di Lenna.
Dall’Homo Sapiens ai Celti fino a Bergamo
In quel periodo, il bacino del Mediterraneo assunse una configurazione geografica e climatica vicina a quella odierna e divenne adatto a ospitare l’uomo primitivo più evoluto, l’Homo Sapiens, da cui attraverso vicende preistoriche e storiche abbastanza note, si sviluppò la civiltà umana sino ai nostri giorni.
Secondo gli storici i primi abitanti di Bergamo furono i Celti, popolazioni dell’Europa centrale, calatisi in Italia dalle Alpi. Bergamo (in dialetto locale Berghem), suona esattamente come il celtico Berg-Heim – composto da berg (elevare) e heim (abitazione) – che significa “città elevata”, come le valli che la circondano.
Grazie a una metamorfosi durata quasi 300 milioni di anni, il territorio bergamasco non smette mai di stupire. Pochi sono i luoghi della Terra che possono vantare di aver attraversato così tante e diverse situazioni geologiche.
Una storia di evoluzione che va ad accrescere la bellezza di questi paesaggi, meta sempre maggiore di turismo in tutte le stagioni.
Un motivo in più, oltre alla natura, alla gastronomia, alle offerte sportive e ricreative che vi si possono trovare, per riflettere su di una seconda casa in montagna proprio qui.